CASAZZA (BG)
Video “Percorsi Archeologici Diffusi”
Comm.: Comune di Casazza
Musealizzazione scavo archeologico (con Silvia Gaggioli, Franco Macario)
L’attuale Casazza corrisponde all’antico abitato romano di Cavellas, che ha dato il nome in epoche successive all’intera valle. Il sito dell’antica Cavellas è al centro della Valle Cavallina, la più orientale delle vallate prealpine della provincia di Bergamo. La Valle Cavallina è l’unica valle orobica che presenta un agevole sbocco a nord tramite l’alto Sebino verso la Valle Camonica, quindi il Trentino, e la Valtellina e da li verso il centro Europa.Si tratta di un abitato di fondo valle cui, in epoca romana come ancora oggi, afferivano buona parte delle attività antropiche ed economiche dell’intera vallata. Negli anni tra il 1987 e il 1995 la Soprintendenza ha ritrovato e posto in luce alcune parti dell’abitato; si tratta di brani di tessuto urbano distrutti e sepolti dai detriti portati nei secoli successivi dal torrente Drione, alla profondità di diversi metri. L’area più importante si trova oggi conservata in Via Nazionale n. 47 in un apposito ambiente posto sotto un supermercato.
L’Amministrazione Comunale in data 24 dicembre 2012 ha acquistato da MIGROS s.p.a. l’area (locale interrato) d’interesse archeologico, vincolata in data 12 maggio 2009 prot. n° 2272, dalla Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia, mappale 2803/21 sito in Casazza via Nazionale 47. L’attività di progettazione ha visto il coinvolgimento diretto del RUP, geometra Massimiliano Meli responsabile area tecnica del comune di Casazza, e del prof. Mario Suardi per il museo “CAVELLAS”; l’iter è stato condotto in stretto contatto con la Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia, che ha assunto il ruolo di “Direzione Scientifica dello scavo e del restauro archeologico” nella persona della dott. sa Maria Fortunati.
Il sito di Cavellas è un singolare contenitore di culture, una sommatoria di livelli culturali, di istanze e saperi individuali e collettivi rappresentativi della cultura materiale che caratterizzava la Valle Cavallina, e in generale le vallate prealpine, in epoca romana.
La superficie di circa m² 1500 pur risultando solo parzialmente scavata, è di rilevante interesse, poichè nelle passate campagne di scavo sono state riconosciute almeno tre fasi costruttive collocate tra la tarda età repubblicana, l’età imperiale e la tardo antica.
Le porzioni di muratura attualmente visibili in elevato risultano caratterizzate da tessiture piuttosto regolari realizzate in blocchi di pietra locale e ciottoli. Si tratta presumibilmente di edifici comuni di abitazione e di edifici ad uso agricolo o legati alla produzione, connessi tra loro da spazi liberi.
Sono inoltre emerse tracce di interessanti attività produttive che si svolgevano nell’ambito dell’abitato sia dirette (agricoltura, allevamento, lavorazione del latte, tessitura) che indirette (cave, produzione di laterizi, ecc).
Oggi solo alcune strutture risultano visibili, altre potranno essere messe in evidenza con campagne di scavo programmate. Nel quadro del patrimonio archeologico nazionale, l’antica Cavellas rappresenta un bene minore oggi sconosciuto al grande pubblico, degno di essere reso visibile, di tornare a vivere grazie a interventi di valorizzazione, divulgazione, fruizione sia tradizionale che legati a nuove tecnologie. Attraverso la visita all’area archeologica di Cavellas si può cogliere e osservare da vicino come viveva in epoca romana la popolazione, la ‘gente comune’, in un vicus dell’area collinare bergamasca.
Progetto di musealizzazione
Il progetto di musealizzazione prevede i seguenti criteri guida generali:
- a) accessibilità ai visitatori, anche portatori di handicap, ed al contempo la conservazione del bene;
- b) movimentazioni delle strutture pertinenti a eventuali successive campagne di scavo, garantendo l’accessibilità all’area da parte dei visitatori durante tali operazioni;
- c) massima reversibilità e compatibilità rispetto all’esistente di tutte le aggiunte, tutte le nuove strutture progettate saranno modulari e flessibili al fine di consentire nel tempo il continuo adattamento in funzione dei nuovi rinvenimenti;
- d) utilizzo di nuovi elementi aggiunti minimi, non prevaricanti né invasivi e riconoscibili come contemporanei;
- e) realizzazione di un sistema di illuminazione che consenta di porre in evidenza le emergenze archeologiche con una gestione nell’ottica della conservazione; ci si orienterà quindi verso degli elementi quanto più flessibili e compatibili pur assicurando i requisiti di fruibilità, benessere, qualità tecnologica, sicurezza, affidabilità nel tempo, flessibilità, gestione e manutenzione.
L’allestimento prevede anche la possibilità di predisporre in futuro un server (locale o remoto) finalizzato alla gestione informatizzata del sito. Tale centralina dovrà integrarsi con altri dispositivi, come per esempio la diffusione sonora, schermi motorizzati retro-illuminati, proiettore e quant’altro utile per l’automatizzazione del sito.
Aspetti funzionali e gestionali
Dal punto di vista distributivo il sito di “CAVELLAS, vicus di età romana” si compone dei seguenti luoghi:
- accoglienza-uscita: accesso al locale interrato con scala o ascensore (una accoglienza max contemporanea di 70/80 visitatori divisi in due gruppi accompagnati), ampio atrio con possibilità di deposito degli effetti personali, primo luogo per spiegazioni da parte degli accompagnatori;
- percorso della visita: la passerella, segnata da una fascia di luce a LED, si sviluppa con diverse dimensione in larghezza per essere allo stesso tempo percorso, area di osservazione, spazio per espositori (teche), area di sosta per approfondimento con attrezzature multimediali; un sistema a raggi infrarossi rileva la presenza del visitatore e accende le luci (LED bianca) dell’area interessata;
- area di approfondimento: spazio per proiezioni / laboratorio didattico;
- locali di servizio: laboratorio per gli addetti agli scavi archeologici, collocazione attrezzature multimediali, servizio igienico accessibile per tutti, impianto elettrico di servizio per attività di scavo archeologico, seconda scala con funzione di ulteriore uscita di emergenza.
Avendo mantenute tutte le aperture esistenti, la ventilazione è assicurata dalla presenza di 12 finestre con semplici griglie anti-intrusione e di 2 porte anch’esse con pannelli forati; una avvolgibile microforata garantisce una sicura ed efficace chiusura del museo.
Allestimento grafico: arch. Raffaele CAMBIANICA